Hotel Chile. Scelta dei testi e fotografie di Daniel Mordzinski 2023 by Luis Sepulveda

autore:Luis Sepulveda [Sepulveda, Luis]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2023-05-04T22:00:00+00:00

Durante le riprese di Nowhere. Salta. 2001

Pioveva senza posa. Quando abbiamo ricevuto l’ordine di partire, Daniel, il fotografo di scena, aveva ormai scattato diverse centinaia di fotografie, ma, prima che il treno partisse, mi hanno consegnato una bottiglia di champagne francese che doveva servire a dare ufficialmente inizio alle riprese di Nowhere. Luigi Burruano ha subito distribuito bicchieri di plastica e io ho tolto lentamente il tappo alla bottiglia. Allora, in modo inesplicabile, mi sono ricordato che io ero di lì, che stavo per girare un film – il mio primo film – latinoamericano su suolo latinoamericano, così ho vuotato la bottiglia sul terreno offrendola alla Pacha Mama, la madre terra degli indios andini. Credo che Luigi Burruano non me l’abbia mai perdonato, ma il sacrificio ha avuto la sua ricompensa, perché in pochi minuti le nubi si sono aperte e ha preso a brillare l’intenso, accecante sole andino. La Pacha Mama stava dalla nostra parte.

Il treno ha iniziato a salire, ha attraversato ponti da capogiro, pianori su cui crescono cactus di tre metri, gole e ruscelli che passano sopra i binari. A bordo si finiva di sistemare le gelatine sui proiettori, gli attori si trasformavano in sofferti prigionieri, con le mani legate e gli occhi bendati. Sì, erano i personaggi, così come li avevo visti nelle mie lunghe e solitarie notti di scrittura. Creavano l’atmosfera di insicurezza e timore di cui avevamo parlato durante le prove. Smettevano di essere i miei amici e diventavano una parte della mia storia, della storia di tanti. Il regno dell’orrore si era installato nel vagone-carcere.

Beppe Lanci ha controllato un’ultima volta l’esposimetro e mi ha fatto un cenno d’assenso. Fina, la mia segretaria di edizione e consigliera nelle ore più dure, mi ha dato un colpetto su un braccio.

Era arrivato il momento. Ho guardato Lucas, l’assistente operatore, e ho detto: «Video». «Pronto» ha risposto Lucas. Ho guardato Aitor, il fonico, e ho detto: «Audio». «Pronto» ha risposto Aitor. Ho guardato Roberta, la mia bellissima operatrice, e ho detto: «Motore». Lei, senza staccare l’occhio dal mirino, ha sollevato il pollice mormorando il buona2 che mi avrebbe tenuto compagnia per otto settimane. Allora un vortice di fotogrammi, forse alla velocità della luce, mi ha attraversato la mente. Puntavano verso qualcosa in cui credo, qualcosa che si chiama responsabilità etica dell’artista, e ho giurato che avrei raccontato una buona storia. Poi ho detto: «Azione!», ed è iniziata la magia del cinema.

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